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Immigrazione: il progetto “Welcome” a Palazzo San Gervasio per accogliere i lavoratori stagionali della raccolta di pomodori.

È attivo a partire da oggi il progetto Welcome senza filo spinato per l’accoglienza dei lavoratori stagionali extracomunitari che nelle prossime settimane saranno impegnati nelle campagne di Palazzo San Gervasio (Potenza) nella raccolta dei pomodori.
L’iniziativa promossa dall’Osservatorio Migranti della Basilicata, una sigla che racchiude una trentina di associazioni di volontariato, vedrà iniziative di sostegno agli immigrati che in questi giorni stanno arrivando da altre regioni meridionali.
Attualmente, a circa dieci giorni dall’inizio della raccolta, sono già duecento i lavoratori che si sono sistemati in otto casolari di contrada Boreano, nell’area rurale tra Lavello e Venosa. Un altro centinaio di immigrati, invece, è sparso nelle campagne che fanno da perimetro ai territori di Spinazzola e Palazzo San Gervasio.
Una situazione preoccupante perché l’ex campo di Palazzo, utilizzato negli anni precedenti per offrire accoglienza, è ora stato trasformato dal Ministero dell’interno in un Centro di identificazione ed espulsione, almeno fino al 31 dicembre.
“Il progetto Welcome senza filo spinato – spiega Gervasio Ungolo, coordinatore del Centro di documentazione Michele Mancino di Palazzo San Gervasio – ha attivato uno sportello per raccogliere fondi, beni materiali e alimentari, ma anche per fornire assistenza legale agli immigrati e corsi di italiano. In questi giorni, abbiamo già fornito pasti ai lavoratori che si trovano a Boreano”

Immigrati: sistema di crediti per ottenere la cittadinanza

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il Dpr che istituisce un sistema di crediti per l’integrazione degli immigrati. Ogni straniero al di sopra dei sedici anni che chiede un permesso di soggiorno lungo più di un anno potrà stipulare un accordo con lo stato impegnandosi ad arrivare a quota 30 crediti (cominciando da 16) ottenuti attraverso il completamento di un corso formativo di lingua e cultura civica oppure perseguendo iniziative professionali o formative come il volontariato. In caso di mancato raggiungimento dei 30 crediti necessari per la cittadinanza dopo due anni, scatta la proroga o l’espulsione.

Sardegna: 1,2 milioni di euro per il Piano annuale immigrazione. Potenziamento degli sportelli informativi e della mediazione linguistico-culturale.

Interventi coordinati di carattere sociale, culturale ed economico per favorire l’integrazione dei cittadini extracomunitari in Sardegna. Sono gli obiettivi del Piano annuale per l’immigrazione 2011, approvato dalla Consulta regionale presieduta dall’assessore al Lavoro della Regione Sardegna Franco Manca. Dell’organismo, oltre all’assessore Manca, fanno parte le forze economiche e sociali e una rappresentanza del volontariato e delle varie comunità straniere presenti nell’Isola.
“Come per il 2010 – ha spiegato l’assessore Manca – anche per quest’anno le risorse finanziarie a disposizione ammontano a 1 milione 200mila euro, utili a migliorare ulteriormente l’integrazione delle diverse realtà extracomunitarie presenti nella nostra isola, che si conferma sempre più come una terra ospitale, multietnica e capace di garantire servizi primari, come quelli socio-sanitari e dell’istruzione”. Su proposta dell’assessore Manca, la Consulta ha stabilito che 1 milione di euro sia assegnato alle 8 Province, alle quali andranno una quota fissa di 20mila euro ciascuna più una quota variabile in relazione alla percentuale di immigrati nei vari territori.
Tra le priorità individuate, cui dovranno tendere le azioni programmate dalle amministrazioni provinciali, il potenziamento di sportelli informativi, il servizio specialistico di mediazione linguistico culturale, interventi di educazione, integrazione e accompagnamento socio-culturale di dimensione multietnica, rivolti in particolare alle donne e ai minori stranieri presenti in Sardegna. Gli altri 200mila euro, gestiti direttamente dalla Regione, sono destinati all’assegnazione di borse di studio a studenti extracomunitari nei diversi gradi di istruzione (60mila euro) e per progetti innovativi in favore degli extracomunitari presentati dalle associazioni che operano sul territorio.

Da oggi sulle reti Rai gli spot informativi per il rimpatrio volontario assistito.

Iniziano oggi sulla Rai gli spot della campagna Ritornare. Per ricominciare che promuovono il rimpatrio volontario assistito. L’iniziativa è promossa da Aiccre e Cir con il co-finanziamento del Fondo europeo rimpatri ed il Ministero dell’interno, quale una delle azioni che concorrono ad attuare la misura accanto ad altri progetti.
La campagna indirizza i potenziali utenti a rivolgersi ai punti informativi della Rete Nirva, che ha l’obiettivo di informare i migranti e di avviarli ai percorsi di ritorno realizzati da ulteriori progetti finanziati. L’iniziativa ha il duplice obiettivo di informare sia i migranti interessati al ritorno volontario assistito che l’opinione pubblica. La campagna è stata attuata a livello nazionale e locale con la produzione di materiali informativi a stampa (depliant in 10 lingue, locandine in tre lingue, dispense, adesivi ecc.), spot audio, video tv e radio. I materiali sono stati destinati ad oltre 900 realtà pubbliche e private: prefetture, questure, province enti pubblici, realtà private impegnate nel settore immigrazione.

Santa Sofia, un aperitivo contro le discriminazioni

SANTA SOFIA – Partecipare ad una festa è il modo migliore per conoscersi: a partire da questa riflessione, l’ASP “San Vincenzo de’ Paoli”, il collaborazione con la Coop. Sociale ONLUS “Fare del Bene”, organizza un aperitivo per l’antidiscriminazione.

L’obiettivo della giornata, finanziata con fondi regionali destinati ad azioni di integrazione sociale a favore di cittadini stranieri immigrati, è quello di fare incontrare giovani di ogni età e provenienza con il mondo del volontariato e i rappresentanti degli enti locali. In particolare, i giovani sono il fulcro dell’incontro, perché proprio da loro può nascere una nuova cultura antidiscriminatoria e aperta alle diversità sociali, culturali, religiose e di genere. Per questo l’aperitivo si svolgerà a Camposonaldo, nei locali del Centro Estivo Diurno “Mille e una notte”: gli animatori e i piccoli partecipanti del Centro Estivo ospiteranno, per una serata, adulti e ragazzi di varie nazionalità, riuniti per conoscersi e per assaggiare pietanze provenienti da ogni parte del mondo.

Invitati speciali della serata saranno i 10 profughi provenienti da Bangladesh, Togo e Burkina Faso ospitati dal Comune di Santa Sofia. La serata sarà il modo per accogliere nella comunità santasofiese questi ragazzi, che per integrarsi al meglio stanno frequentando un corso di lingua italiana e lavorano come soci volontari presso la cooperativa “Fare del Bene”.

L’appuntamento aperto a tutta la popolazione è lunedì 11 luglio alle 17.30 presso il Centro Estivo in località Camposonaldo di Santa Sofia. Saranno presenti il Prefetto Angelo Trovato, un esponente della Provincia di Forlì-Cesena, la Protezione civile e il sindaco di Santa Sofia, Flavio Foietta.

OLTRE 20.000 PROFUGHI BISOGNOSI D’AIUTO: L’IMPEGNO DELLA CARITAS IN UN PAESE CHE È TEATRO DI GUERRA

ESTERI (Banmaw, ASIA)– Grande impegno è stato quello della Caritas che si è mobilitata per l’emergenza umanitaria in corso nel Nord del Myanmar, un Paese travagliato da una guerra civile fra l’esercito regolare e i ribelli del Kachin Independent Army. L’associazione umanitaria è l’unica organizzazione impegnata sul territorio per aiutare e sostenere oltre 20mila profughi. Oltre alla diocesi di Myitkyina, che copre quasi per intero il territorio dello stato kachin, anche la diocesi di Banwam è soggetta al conflitto: per questo si sono impiegati numerosi volontari della Caritas locale, soprattutto giovani, religiose, sacerdoti che, senza indugio, si sono attivati “per l’assistenza umanitaria pastorale a migliaia di fedeli disorientati e terrorizzati”, rischiando la loro stessa vita a causa dei bombardamenti che colpiscono l’area in cui si portano il loro aiuto umanitario.

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Un immigrato su dieci dona il sangue, tra gli italiani solo il 4 per cento.

Gli immigrati superano gli italiani come donatori di sangue. Secondo il dati forniti dalle associazioni, in occasione della Giornata mondiale del donatore di sangue del 14 giugno, mentre tra gli immigrati a donare il sangue è un decimo della popolazione, tra gli italiani si tratta solamente del 4 per cento.
“I donatori immigrati crescono – spiega Giuseppe Munaretto, presidente della Federazione italiana associazioni donatori di sangue di Vicenza – e fra loro ci sono molti albanesi, marocchini. Spesso si avvicinano spontaneamente, altre volte vengono portati in associazione e poi, a loro volta, chiamano altri connazionali. Anche questo è un segnale importante, che deve essere coltivato perché la loro presenza significa nuova linfa al volontariato”.
Il Centro Nazionale Sangue e le associazioni di volontariato sangue durante la Giornata ringrazieranno i donatori e sensibilizzeranno la popolazione con numerose iniziative. Il 14 giugno, dalle 10 alle 12, presso il Senato della Repubblica si svolgerà un incontro per mostrare come nasce e si sviluppa il senso dell’autosufficienza sangue in Italia attraverso il valore della donazione con studiosi, giornalisti e volontari.


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Mola di Bari (Bari) – FESTA DELL’INTEGRAZIONE

Venerdì 10 giugno, alle ore 19.00, nel salone del Castello Angioino di Mola di Bari, si terrà la cerimonia di chiusura del progetto “Piatto del giorno: integrazione”, finanziato grazie al programma europeo “Gioventù in Azione” e proposto dall’Associazione “Insieme” di Mola, in partenariato con il Comune di Mola. Interverranno, moderati da Gaetano Lastilla, il presidente dell’Associazione “Insieme”, Mimma Tribuzio, il sindaco, Stefano Diperna, il capo settore Servizi Sociali del Comune di Mola, Luigi Caccuri, il consigliere delegato all’associazionismo, volontariato e immigrazione, Niki Bufo, ed il coach del progetto, Samira Ben Amor.

Grazie alle attività progettuali, attraverso la valorizzazione dell’arte culinaria, con la scelta delle ricette e la conseguente preparazione dei piatti, è stato possibile favorire e sviluppare momenti di apprendimento e di socializzazione tra i diversamente abili, che frequentano stabilmente la sede dell’associazione, giovani immigrati residenti sul territorio e giovani cittadini molesi, che in questo modo hanno potuto avvicinarsi direttamente alle attività promosse dall’associazione.

Subito a seguire, alle ore 21.00, nella corte del Castello, in occasione dell’Anno europeo del volontariato ed in linea con le finalità di integrazione sociale del progetto, la serata proseguirà con la prima edizione della Festa dell’Integrazione durante la quale si esibirà in concerto Bachir Gerache, voce calda e sognante dell’Algeria, che racchiude in sé esperienze della tradizione più popolare, del flamenco andaluso, della melodia gnawa, della tradizione berbera. Il concerto è stato organizzato insieme al Comune di Mola, nella persona del consigliere delegato all’immigrazione Niki Bufo, che ha programmato a Mola la Festa dell’Integrazione, in un’ottica di massima integrazione sociale nella comunità locale, nella speranza che si possano abbattere barriere mentali spesso xenofobe.


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Puglia: “volontariato per l’integrazione” un programma rivolto alle scuole.

“Bambini, minori e adolescenti stranieri sono una straordinaria opportunità per poter arricchire il programma educativo della scuola per farne davvero il punto di sviluppo di conoscenze multiple”. Così il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, ha presentato mercoledì scorso la firma del protocollo d’intesa con il Ministero dell’Istruzione per dare il via al programma “Volontariato per l’integrazione”.
Il progetto, realizzato nell’ambito dell’Anno europeo del Volontariato, si propone di attivare iniziative a favore di quella fascia di persone con maggiori difficoltà di inclusione sociale, quale gli stranieri, per lo sviluppo di quelle competenze-chiave utili ad un piena ed effettiva partecipazione alla vita sociale, nello spirito dei principi di coesione e solidarietà.
“Questo protocollo – ha spiegato Vendola – è frutto di un accordo con il Ministero dell’Istruzione, con gli Uffici scolastici regionali e con il mondo del volontariato. Perché educare la scuola significa coinvolgere molteplici attori in un percorso di capacità di mediazione con ciò che non è conosciuto, che deve essere ascoltato senza ostilità, con ciò che deve essere decifrato. Penso al linguaggio, alla cultura, all’espressività di un minore che proviene da un mondo diverso dal nostro”.
Per Vendola “l’educazione alle differenze, alla convivialità, può essere una festa e noi lavoriamo in questa direzione”.

SICILIA – CHIESE DI DIVERSE CONFESSIONI UNITE PER L’ACCOGLIENZA

MARSALA – I cristiani di diverse confessioni – cattolici, pentecostali, valdesi – che periodicamente si incontrano a Marsala, per percorrere insieme la strada dell’Ecumenismo, nei giorni scorsi si sono rivolti all’Amministrazione comunale di Marsala per un intervento umanitario rivolto ad accogliere gli immigrati dalla coste dell’Africa, ospitando, in proprie strutture e con l’ausilio del volontariato locale, un certo numero di nuovi immigrati, con particolare attenzione alle donne e ai minori.

Ecco il testo completo:

Come cristiani di diverse confessioni – cattolici, pentecostali, valdesi –periodicamente ci incontriamo, qui a Marsala, per percorrere insieme la strada dell’Ecumenismo.. Ci siamo incontrati, alcuni giorni fa, molto preoccupati per quanto sta avvenendo nei Paesi delle coste africane del Mediterraneo e in alcuni altri Paesi del Vicino Oriente. Abbiamo discusso il “Comunicato stampa del Tavolo Asilo” del 25 febbraio 2011, che tra l’altro invita a “realizzare, anche con il concorso delle istituzioni locali e della società civile, iniziative di accoglienza e solidarietà”. Non potendo valutare adeguatamente quanto accade, preghiamo affinché le giuste aspirazioni al rispetto della vita, alla dignità e alla libertà si possano realizzare in paesi con democrazie compiute. La Sicilia è a poche miglia dalle coste africane e tutta l’Italia è protesa nel centro del Mediterraneo verso i suoi fratelli africani, con i quali condivide quest’unico mare, un mare che unisce e favorisce la reciproca conoscenza. La fuga dalla miseria e dalla guerra sta portando verso la Sicilia, verso Lampedusa (chiamata con trasparente metafora dai profughi “porta d’Europa”) migliaia di persone. Il Governo italiano è preoccupato, teme un’ “invasione”. Come accogliere centinaia di migliaia di nuovi immigrati? Proprio in questi giorni abbiamo ricordato il ventennale della straordinaria capacità di accoglienza mostrata dalla città di Brindisi, che da sola riuscì ad ospitare oltre ventimila albanesi arrivati – in un sol giorno! – dinanzi al suo porto. In un momento di straordinaria accelerazione della storia e di enormi difficoltà nei paesi nostri confinanti riteniamo che dobbiamo aprirci all’accoglienza e rendere concrete le parole della Bibbia “ Quando qualche straniero abiterà con voi nel vostro paese non gli farete torto. Tratterete lo straniero, che abita fra voi, come chi è nato fra voi; tu lo amerai come te stesso” ( Levitico, 19,33) e ancora, le parole di Gesù “ Venite, voi, i benedetti del Padre mio…Perché ebbi fame e mi deste da mangiare, ebbi sete e mi deste da bere, fui straniero e mi accoglieste…” (Matteo,25,34-35).

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