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IL PAPA ALLA CARITAS INTERNATIONALIS: SIETE UN ORGANISMO ECCLESIALE, NON FILANTROPICO
BENEDETTO XVI (Città del Vaticano) – Benedetto XVI ha ricevuto oggi in udienza i partecipanti all’Assemblea generale della Caritas Internationalis, a cui ha voluto ricordare che “Caritas Internationalis è diversa da altre agenzie sociali perché è un organismo ecclesiale, che condivide la missione della Chiesa. Questo è ciò che i Pontefici hanno sempre voluto e questo è ciò che la vostra Assemblea Generale è chiamata a riaffermare con forza”. Il Papa ha sottolineato che di conseguenza l’organizzazione, composta dalle 165 Caritas nazionali, ha un compito particolare. “Essere nel cuore della Chiesa; essere in grado, in certo qual modo, di parlare e agire in suo nome, in favore del bene comune, comporta particolari responsabilità in termini di vita cristiana, sia personale che comunitaria. Solo sulle basi di un quotidiano impegno ad accogliere e vivere pienamente l’amore di Dio, si può promuovere la dignità di ogni singolo essere umano”.
Negli anni passati ci sono state polemiche legate alla cooperazione della Caritas con agenzie internazionali che non condividono la politica della Chiesa sulla vita umana, e in particolare l’aborto. Benedetto XVI oggi ha ricordato che “ciascun cattolico, anzi, in verità, ogni uomo, è chiamato ad agire con coscienza purificata e con cuore generoso per promuovere in maniera decisa quei valori che spesso ho definito come ‘non negoziabili’”.
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25°ANNIVERSARIO DEL DISASTRO NUCLEARE DI CHERNOBYL: UNA FUNZIONE IN MEMORIA DI 800.000 “LIQUIDATORI”
ESTERI (Mosca)- Un significato importante assume la funzione religiosa che si è svolta, ieri, a Kiev in memoria delle 800mila vittime del disastro nucleare di Chernobyl che rischiarono la vita 25 anni fa per ripulire’ la centrale e i villaggi. La messa di commemorazione, celebrata dal patriarca russo-ortodosso Kirill, ha assunto un valore ancora più rilevante poiché memore dell’incidente nucleare di Fukushima in Giappone. La cerimonia è stata celebrata nel quartiere Darnitsa, nella chiesa di San Michele Arcangelo presso la quale è stato eretto un monumento ai “liquidatori”, quelle persone che hanno rischiato di perdere la vita per ripulire la centrale, i villaggi e le strade; spostare con le loro mani il materiale contaminato; seppellire con le pale quintali di scorie e materiale radioattivi.
Durante la funzione il Patriarca si è così espresso:“Questi uomini hanno portato a Dio il dono più grande che può fare un uomo: una vita data per gli altri”. Yuri Andreev, presidente dell’associazione “Unione Chernobyl Ucraina”, ha ricordato che in totale i liquidatori furono 829mila, di cui 356mila provenienti dal territorio ucraino e i superstiti furono 219mila. Nel lontano 26 aprile 1986, vi fu la prima di una serie di esplosioni che distrusse il reattore e il fabbricato della quarta unità della centrale elettronucleare di Chernobyl, divenendo così il più grande disastro tecnologico del XX secolo.
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“ORGOGLIOSA DI ESSERE FIGLIA DI UNA COMUNITÀ MISERICORDIOSA”, ASIA BIBI RINGRAZIA COMUNITÀ CRISTIANE
ESTERI (Pakistan)- La Fondazione Masihi, il 20 aprile, promuove la “Speciale Giornata di Preghiera” in cui tutte le comunità cristiane del mondo sono invitate a ricordare Asia Bibi, la donna condannata a morte per blasfemia e rinchiusa nel carcere di Sheikupura (in Punjab), e le vittime innocenti della legge sulla blasfemia. Informata dell’iniziativa, tramite l’agenzia Fides tramite la “Fondazione Masihi, la donna è scoppiata in lacrime perché tutto il mondo la ricorderà nella preghiera.
“Sono grata alla Fondazione Masihi per aver organizzato un simile evento, che mi dà una speranza per vivere.”ha dichiarato la donna che aggiunge:” Mi sento amata dalla Chiesa cattolica e da tutte le comunità cristiane del mondo. Sono orgogliosa di essere figlia di una comunità tanto amorevole e misericordiosa”.
Nonostante Asia Bibi sia piegata dalla malattia, dal digiuno quaresimale che le ha debilitato il fisico, grazie alla fede in Gesù Cristo, il morale della donna è alto e, per questo motivo, manda un messaggio di pace e di amore a tutto il mondo: “Voglio dire grazie ad ogni sorella, ad ogni fratello, ad ogni monaca e sacerdote che prega per me, e specialmente al Santo Padre. Spero con tutto il cuore che questa Quaresima e tutte le preghiere possano donarmi la libertà e la felicità alla mia famiglia”.
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DALLA CARITAS 2.500 POSTI IN 93 DIOCESI ITALIANE PER ACCOGLIERE PROFUGHI E IMMIGRATI
CHIESA CATTOLICA (Roma) – Duemilacinquecento posti distribuiti in 93 diocesi sono a disposizione per l’accoglienza dei profughi che i conflitti in Nord Africa stanno spingendo sulle coste italiane. Lo ha annunciato il segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), mons. Mariano Crociata, illustrando oggi a Roma in conferenza stampa il comunicato finale del Consiglio permanente dell’organismo dei Vescovi italiani, svoltosi dal 28 al 30 marzo scorsi. Le strutture disponibili per l’accoglienza nelle Diocesi italiane afferiscono direttamente o indirettamente alle Caritas; duecento posti sono stati trovati nella “Casa della fraternità” dell’Arcidiocesi di Agrigento, “la più esposta – ha spiegato Crociata – all’emergenza profughi per la presenza nel suo territorio dell’isola di Lampedusa e, per questo, anche la più sostenuta da Caritas italiana”.
Si tratta di un segno concreto, ha affermato mons. Crociata, che si accompagna “all’incoraggiamento all’accoglienza verso persone che rischiano la vita, non solo per venire in Italia ma già nei Paesi d’origine, che la Chiesa italiana rivolge a tutti”. Anche all’Europa. Infatti, “un coinvolgimento degli altri Paesi dell’Unione, sia per quanto riguarda l’emergenza immediata che per le esigenze di più lunga durata, rappresenta un test del livello di tenuta dello stesso processo di unificazione europea che non può essere limitato all’aspetto economico, ma deve investire soprattutto quello sociale”. Un “metodo” quindi, quello del coinvolgimento dei Paesi europei, per creare “una cultura condivisa”. Significativo il richiamo del Card. Bagnasco alla “necessità che l’Europa che è, non da oggi, in debito verso l’Africa sappia evitare l’illusione di poter vivere sicura chiudendo le porte al grido dei popoli in difficoltà: soltanto autentiche politiche di cooperazione potranno assicurare a tutti sviluppo e pace duratura”. A questo riguardo “la Chiesa in Europa non è insensibile”, ha affermato mons. Crociata, preannunciando un intervento del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee sull’emergenza umanitaria determinata dalle tensioni politiche in Nord Africa.
Sull’intervento militare in Libia “la preoccupazione costante dei Vescovi – ha sottolineato Crociata – è stata la tutela dei civili inermi e dei più deboli, che muta a seconda delle circostanze”, nella convinzione che “vada perseguita la strada della diplomazia come premessa per individuare una ‘via africana’ per il superamento dei conflitti”. Nel corso dei lavori del Consiglio permanente, “alla lettura credente del momento presente” si è accompagnata la “valutazione del momento culturale in Occidente”, che “riguarda anche il modo di reagire a queste situazioni di crisi”. La tentazione di chiudersi nel particolare e nel privato, frutto di un “paradigma antropologico che sostituisce la persona con l’individuo”, interpella, secondo mons. Crociata, “il nostro sforzo educativo”, richiamando alla necessità di “aprire a una visione più ricca dell’essere umano non solo come individuo ma come essere sociale”. In questa temperie culturale si inserisce il problema demografico, al quale sarà dedicato il prossimo
Rapporto del Progetto culturale della CEI.
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PAPABOYS: IL 5 APRILE GIORNATA DI STUDIO SUI GIOVANI ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO
30 RELATORI ANALIZZERANNO I RAPPORTI TRA IL MONDO GIOVANILE E TEMI QUALI PACE, LAVORO, LEGALITÀ E IMMIGRAZIONE, PER CELEBRARE IL 150° DELL’UNITÀ, A UN MESE DALLA BEATIFICAZIONE DI GIOVANNI PAOLO II |
Accogliere le domande dei giovani e presentarle alle istituzioni. È questo l’obiettivo della Giornata di studio “Giovani e forti…?”, ideata e organizzata dall’Associazione nazionale Papaboys, che si svolgerà a Roma il 5 aprile, dalle 9.30, presso la Sala polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei ministri (via di Santa Maria in Via 37).
La Giornata di studio “Giovani e forti…?” si tiene nel 150° dell’Unità d’Italia e rientra nel quadro degli eventi promossi dai Papaboys nell’imminenza della beatificazione di Papa Giovanni Paolo II. 10 le sezioni previste: cinque al mattino (dalle 9.30 alle 12.30) e cinque il pomeriggio (dalle 15 alle 18). All’interno delle varie tavole rotonde si confronteranno autorevoli esponenti della Chiesa cattolica e di altre religioni, politici, uomini di spettacolo e del mondo della cultura, giornalisti, ambasciatori e atleti sulle relazioni che intercorrono tra l’universo giovanile e vari ambiti quali l’istruzione, i media, la pace, l’immigrazione, la Chiesa, lo sport, la legalità, il lavoro, la cultura, il tempo libero. Aprirà i lavori il ministro delle Politiche giovanili Giorgia Meloni. Subito dopo l’attore Luca Lionello reciterà “La spigolatrice di Sapri” di Luigi Mercantini, dai cui versi deriva il titolo della Giornata. Ogni sessione prevede riflessioni e testimonianze da parte dei relatori, cui seguirà un dibattito tra i relatori stessi, i giovani (studenti dalle scuole e dalle università), e rappresentanti delle istituzioni. Durante la sezione “Giovani e Pace”, l’ambasciatore della Repubblica islamica dell’Afghanistan in Italia, prof. Musa M. Maroofi, dialogherà con padre Armando Pierucci, della Custodia di Terra Santa, responsabile del Progetto itinerante “Per la pace in Terra Santa e nel mondo” e fondatore del “Magnificat Institute – School of Music” di Gerusalemme. Andrea Sarubbi, deputato del Pd e membro della commissione Affari sociali della Camera, prenderà la parola durante la sezione “Giovani e Immigrazione”, mentre Rocco Buttiglione, vicepresidente della Camera dei Deputati, interverrà alla sezione “Giovani e Cultura” insieme a Cinzia Th Torrini, regista di numerose opere tra cui “Elisa di Rivombrosa” e la miniserie “Don Gnocchi”. Nel pomeriggio è attesa, tra gli altri, la partecipazione dei “Ghost”, band vincitrice di due dischi d’oro e in continua programmazione su Mtv. Daniele Cerallo |
AFRICA, BENEDETTO XVI LANCIA UN APPELLO PER LA PACE IN COSTA D’AVORIO
BENEDETTO XVI (Città del Vaticano) – Nei suoi saluti in francese dopo l’Udienza generale di ieri, Benedetto XVI ha rivolto un “pressante appello” affinché si ristabilisca l’ordine in Costa d’Avorio, Paese travagliato dagli scontri seguiti alle elezioni presidenziali. “Da molto tempo, il mio pensiero si rivolge spesso alle popolazioni della Costa d’Avorio, afflitte da dolorose lotte interne e gravi tensioni sociali e politiche”, ha affermato il Papa rivolgendosi ai pellegrini francofoni. “Mentre esprimo la mia vicinanza a tutti coloro che hanno perso una persona cara e sono vittime di violenza, lancio un pressante appello perché si intraprenda al più presto un processo di dialogo costruttivo per il bene comune”.
In Costa d’Avorio si stanno affrontando le forze repubblicane, ex ribelli che sostengono il Presidente eletto Alassane Ouattara, riconosciuto dalla comunità internazionale, e le forze di sicurezza, rimaste fedeli al presidente uscente, Laurant Gbagbo, che non riconosce la vittoria di Ouattara al ballottaggio presidenziale del novembre scorso. La “drammatica opposizione” che si vive nel Paese, ha sottolineato il Pontefice, “rende più urgente il ripristino del rispetto e della convivenza pacifica”. “Nessuno sforzo deve essere risparmiato. Con questi sentimenti, ho deciso di inviare in questo nobile Paese il Cardinale Peter Kodwo Turkson, Presidente del Pontificio Consiglio ‘Giustizia e Pace’ al fine di esprimere la mia solidarietà e quella della Chiesa universale alle vittime del conflitto e promuovere la riconciliazione e la pace”. Le parole del Pontefice sono state accolte con grande gioia dalla Chiesa in Costa d’Avorio. “Siamo felici per le parole del Santo Padre e lo ringraziamo per questo. Speriamo che la sua voce sia ascoltata”, ha confessato all’agenzia vaticana Fides monsignor Jean-Pierre Kutwa, Arcivescovo di Abidjan. Il presule ha ammesso che la “situazione umanitaria è fuori controllo” e che “vi sono migliaia e migliaia di sfollati provocati dai combattimenti”.
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SICILIA – CHIESE DI DIVERSE CONFESSIONI UNITE PER L’ACCOGLIENZA
MARSALA – I cristiani di diverse confessioni – cattolici, pentecostali, valdesi – che periodicamente si incontrano a Marsala, per percorrere insieme la strada dell’Ecumenismo, nei giorni scorsi si sono rivolti all’Amministrazione comunale di Marsala per un intervento umanitario rivolto ad accogliere gli immigrati dalla coste dell’Africa, ospitando, in proprie strutture e con l’ausilio del volontariato locale, un certo numero di nuovi immigrati, con particolare attenzione alle donne e ai minori.
Ecco il testo completo:
Come cristiani di diverse confessioni – cattolici, pentecostali, valdesi –periodicamente ci incontriamo, qui a Marsala, per percorrere insieme la strada dell’Ecumenismo.. Ci siamo incontrati, alcuni giorni fa, molto preoccupati per quanto sta avvenendo nei Paesi delle coste africane del Mediterraneo e in alcuni altri Paesi del Vicino Oriente. Abbiamo discusso il “Comunicato stampa del Tavolo Asilo” del 25 febbraio 2011, che tra l’altro invita a “realizzare, anche con il concorso delle istituzioni locali e della società civile, iniziative di accoglienza e solidarietà”. Non potendo valutare adeguatamente quanto accade, preghiamo affinché le giuste aspirazioni al rispetto della vita, alla dignità e alla libertà si possano realizzare in paesi con democrazie compiute. La Sicilia è a poche miglia dalle coste africane e tutta l’Italia è protesa nel centro del Mediterraneo verso i suoi fratelli africani, con i quali condivide quest’unico mare, un mare che unisce e favorisce la reciproca conoscenza. La fuga dalla miseria e dalla guerra sta portando verso la Sicilia, verso Lampedusa (chiamata con trasparente metafora dai profughi “porta d’Europa”) migliaia di persone. Il Governo italiano è preoccupato, teme un’ “invasione”. Come accogliere centinaia di migliaia di nuovi immigrati? Proprio in questi giorni abbiamo ricordato il ventennale della straordinaria capacità di accoglienza mostrata dalla città di Brindisi, che da sola riuscì ad ospitare oltre ventimila albanesi arrivati – in un sol giorno! – dinanzi al suo porto. In un momento di straordinaria accelerazione della storia e di enormi difficoltà nei paesi nostri confinanti riteniamo che dobbiamo aprirci all’accoglienza e rendere concrete le parole della Bibbia “ Quando qualche straniero abiterà con voi nel vostro paese non gli farete torto. Tratterete lo straniero, che abita fra voi, come chi è nato fra voi; tu lo amerai come te stesso” ( Levitico, 19,33) e ancora, le parole di Gesù “ Venite, voi, i benedetti del Padre mio…Perché ebbi fame e mi deste da mangiare, ebbi sete e mi deste da bere, fui straniero e mi accoglieste…” (Matteo,25,34-35).
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GIAPPONE, LA CARITAS DI ROMA LANCIA UNA COLLETTA DI SOLIDARIETÀ PER I TERREMOTATI
SOLIDARIETÀ (Roma) – La Caritas diocesana di Roma, rispondendo alla mobilitazione della Chiesa giapponese, ha promosso una colletta di solidarietà attraverso parrocchie, scuole, associazioni ed altre istituzioni cattoliche. Caritas Giappone fin dai primi giorni dall’enorme calamità naturale ha attivato una pronta risposta alle prime emergenze “operando in stretta collaborazione con le altre Ong presenti sul posto”, come ha spiegato a Radio Vaticana il direttore esecutivo della Caritas Giappone, padre Daisuke Narui. Narui ha dichiarato che tale tragedia, nonostante l’entità dei danni che ha provocato, potrà trasformarsi per il popolo giapponese e per tutta la Chiesa in “un’opportunità” ed in “una sfida a testimoniare l’amore”.
Riprendendo le parole del Santo Padre Benedetto XVI all’Angelus di domenica scorsa, padre Narui ha detto: “prego per le vittime e per i loro familiari, e per tutti coloro che soffrono a causa di questi tremendi eventi, ed incoraggio quanti, con encomiabile prontezza, si stanno impegnando per portare aiuto”. La Caritas di Roma promuove la colletta per tutti coloro che vogliano esprimere un segno di speranza e di vicinanza attraverso un contributo concreto. Gli interventi di aiuto verranno forniti attraverso la rete di Caritas Internationalis, che affiancherà la Chiesa giapponese nella delicata fase delle operazioni di soccorso e di ricostruzione.
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