Home » Posts tagged 'comunità'
Tag Archives: comunità
La solidarietà lavora in rete con il Tavolo immigrazione
Chi non cammina non scivola. Qualche volta siamo scivolati, tante volte abbiamo avuto dubbi. Ma oggi abbiamo un luogo di incontro e confronto nel cuore di Parma».
Cleophas Adrien Dioma, coordinatore del Tavolo immigrazione e cittadinanza, quando racconta le storie del suo gruppo di lavoro, lo fa riuscendo sempre a trasmettere le emozioni che hanno accompagnato la vita, a volte entusiasmante altre più complessa, di una realtà che si è fatta strada nella nostra città.
In via Melloni 1/B, sopra gli uffici dell’Informagiovani, si riuniscono i sei membri del «Tavolo»: la loro rete di relazioni e contatti, davvero ampia, ha finalmente quattro mura entro cui accogliere le associazioni straniere di Parma. «E’ un luogo in cui possiamo incontrarci e incontrare gli altri – continua Dioma -. In cui si elaborano progetti al fine di favorire una buona convivenza tra italiani e stranieri». Il lavoro qui non si fa sui singoli, bensì sulle comunità, non sui casi particolari, ma sui macroproblemi. Tra i prossimi programmi vi è anche quello di organizzare entro la fine dell’anno una festa dedicata alla cultura araba e per questo inizierà una collaborazione anche con le associazioni tunisine. Il Tavolo immigrazione è operativo il lunedì, il giovedì e il sabato dalle 10 alle 12 e il martedì e il giovedì dalle 17.30 alle 19. In questi momenti di apertura i membri delle comunità possono trovare un punto di riferimento per sé e un tramite per il «palazzo»: «Questo è uno spazio dedicato alle comunità che vogliono chiedere risposte alla politica – proseguono dal Tavolo -. Lo abbiamo fatto anche qualche mese fa partecipando alla trasmissione di Tv Parma, Agorà. I cittadini stranieri hanno potuto chiedere ai politici di rispondere in merito a diversi temi: dalla rappresentanza alla libertà religiosa, dall’integrazione alla sicurezza, dai problemi delle seconde generazioni al diritto di voto agli extracomunitari».
I progetti sono tanti e ambiziosi: si sta lavorando all’organizzazione di un convegno dedicato ai problemi dei figli dei cittadini immigrati e lo si farà lavorando insieme ai centri aggregativi e all’Informagiovani: «Per noi è fondamentale operare in rete, confrontandoci il più possibile con Informastranieri, Informagiovani, sindacati, Ciac, Prefettura, Questura, assessori – ha sottolineato Cleophas Dioma -. La sfida è proprio questa: collaborare, insieme per le comunità. A settembre vorremmo concretizzare un’altra idea: faremo un sondaggio tra gli immigrati al fine di capire per quali politici simpatizzano e per chi voterebbero».
Ci sono punti della città in cui il Tavolo vuole investire parecchie energie. In particolare piazzale Inzani e via Palermo. «Qui organizziamo le Giornate del Vicino, in cui parlare e mangiare insieme, per scambiarsi punti di vista e lasciare giocare i bambini. Se c’è una cosa che unisce davvero è proprio questa: osservare i bimbi divertirsi al di là delle differenze».
Lo Stato non può impedire il matrimonio dello straniero solo perché privo del permesso di soggiorno
Con sentenza n. 245 depositata ieri la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 116 del codice civile, come modificato dall’art. 1, comma 15, della legge 15 luglio 2009, n. 94 (Disposizioni in materia di sicurezza pubblica), limitatamente alle parole “nonché un documento attestante la regolarità del soggiorno nel territorio italiano”.
Il giudizio di legittimità davanti alla Corte era stato promosso due anni fa dal Tribunale di Catania chiamato a giudicare sul ricorso di una coppia italo/marocchina alla quale il 31 agosto 2009 l’ufficiale dello stato civile aveva negato la celebrazione del matrimonio. Il rifiuto era stato motivato con la mancanza di un “documento attestante la regolarità del permesso di soggiorno del cittadino marocchino”, così come previsto dall’art. 116 cod. civ., come novellato dalla legge n. 94 del 2009 nel frattempo entrata in vigore. Infatti prima di quella modifica lo straniero, intenzionato a contrarre matrimonio in Italia, doveva presentare all’ufficiale dello stato civile solo un nulla osta rilasciato dall’autorità competente del proprio Paese.
Con la sentenza 245 la Corte ha innanzi tutto ricordato che al legislatore italiano è certamente consentito dettare norme, non palesemente irragionevoli e non contrastanti con obblighi internazionali, che regolino l’ingresso e la permanenza di stranieri extracomunitari in Italia. Infatti, ricorda la Consulta, “è certamente vero che la basilare differenza esistente tra il cittadino e lo straniero consistente nella circostanza che, mentre il primo ha con lo Stato un rapporto di solito originario e comunque permanente, il secondo ne ha uno acquisito e generalmente temporaneo, può giustificare un loro diverso trattamento nel godimento di certi diritti, in particolare consentendo l’assoggettamento dello straniero a discipline legislative e amministrative ad hoc, l’individuazione delle quali resta collegata alla ponderazione di svariati interessi pubblici, quali quelli concernenti la sicurezza e la sanità pubblica, l’ordine pubblico, i vincoli di carattere internazionale e la politica nazionale in tema di immigrazione”. Tuttavia, precisa la Corte, i diritti inviolabili, di cui all’art. 2 Cost., spettano “ai singoli non in quanto partecipi di una determinata comunità politica, ma in quanto esseri umani, di talché la condizione giuridica dello straniero non deve essere pertanto considerata – per quanto riguarda la tutela di tali diritti – come causa ammissibile di trattamenti diversificati e peggiorativi”.
Secondo la Corte Costituzionale sebbene la ratio del divieto di contrarre matrimonio per gli stranieri non in regola con le norme sull’ingresso ed il soggiorno (peraltro collegato con le nuove norme sull’acquisto della cittadinanza) sia quella – legittima – di contrastare i matrimoni di comodo, la misura adottata risulta non proporzionata se si tiene conto del sacrificio imposto alla libertà di contrarre matrimonio non solo degli stranieri ma, in definitiva, anche dei cittadini italiani che intendano coniugarsi con i primi. È infatti evidente – nota la Corte – che la limitazione al diritto dello straniero a contrarre matrimonio nel nostro Paese si traduce anche in una compressione del corrispondente diritto del cittadino o della cittadina italiana che tale diritto intende esercitare. Quindi, conclude la Corte, la previsione di una generale preclusione alla celebrazione delle nozze, allorché uno dei nubendi risulti uno straniero non regolarmente presente nel territorio dello Stato, rappresenta uno strumento non idoneo ad assicurare un ragionevole e proporzionato bilanciamento dei diversi interessi coinvolti, specie ove si consideri che il decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286 (Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero) già disciplina alcuni istituti volti a contrastare i cosiddetti “matrimoni di comodo”.
La Consulta ha poi ricordato che sul tema del diritto fondamentale al matrimonio si è recentemente pronunciata anche la Corte europea dei diritti dell’uomo intervenuta sulla normativa del Regno Unito in tema di capacità matrimoniale degli stranieri (sentenza 14 dicembre 2010, O’Donoghue and Others v. The United Kingdom). Con questa sentenza la Corte europea ha affermato che il margine di apprezzamento riservato agli Stati non può estendersi fino al punto di introdurre una limitazione generale, automatica e indiscriminata, ad un diritto fondamentale garantito dalla Convenzione. Secondo i giudici di Strasburgo, pertanto, la previsione di un divieto generale, senza che sia prevista alcuna indagine riguardo alla genuinità del matrimonio, è lesiva del diritto di cui all’art. 12 della Convenzione, così come – conclude la Corte Costituzionale – lo è in Italia l’art. 116 del codice civile nel richiedere come condizione ai fini della celebrazione del matrimonio dello straniero la prova della regolarità del soggiorno. Infatti il legislatore italiano – lungi dal rendere più agevole le condizioni per l’accertamento del carattere eventualmente “di comodo” del matrimonio di un cittadino con uno straniero – “ ha dato vita, appunto, ad una generale preclusione a contrarre matrimonio a carico di stranieri extracomunitari non regolarmente soggiornanti nel territorio dello Stato”.
Genova: un accordo tra Provincia e Fondazione Casa America per promuovere l’inclusione finanziaria degli immigrati
Promuovere l’accesso al credito e l’inclusione finanziaria delle comunità immigrate di sudamericani residenti a Genova. È quanto si propone il protocollo d’intesa fra la Provincia di Genova e Fondazione Casa America il cui schema preliminare è stato approvato con una delibera di giunta dall’ente locale.
Il protocollo prevede il coinvolgimento delle istituzioni locali, delle banche, dei consolati e delle associazioni di immigrati, anche attraverso la costituzione fra tutti questi soggetti di un forum di discussione, che dovrà elaborare proposte sul tema e analizzare in modo sistematico e continuativo il mercato delle rimesse in patria e dei servizi finanziari, registrando eventuali novità rispetto alle ricerche e ai rapporti già disponibili.
L’iniziativa, promossa dall’Assessorato provinciale allo Sviluppo economico, nasce dall’esigenza delle comunità immigrate di avere strumenti adeguati al trasferimento di denaro in patria e di affiancarli a altri prodotti e servizi di natura creditizia, come il microcredito, che superino la cosiddetta “esclusione finanziaria”, che spesso è anche un’auto-esclusione dovuta a scarsa propensione ad attivare relazioni stabili con le banche.
“MamaAfrica”, musica e cultura africane al meeting di Massa Carrara.
Un incontro con le comunità immigrate ed una occasione per stimolare, soprattutto tra i più giovani, la conoscenza e la curiosità verso un continente in cui si manifestano le più profonde contraddizioni del nostro tempo e le grandi disuguaglianze che caratterizzano la nostra società.
Con questo obiettivo si svolgerà la sesta edizione del MamaAfrica, il meeting in programma dal 25 al 31 luglio a Gavedo di Mulazzo (Massa Carrara), organizzato dal Comitato Arci Massa Carrara con il patrocinio della Regione Toscana, della Provincia di Massa Carrara e del Comune di Mulazzo.
Nel corso del meeting ci saranno stage tenuti da artisti di alto livello che proporranno un vero e proprio viaggio transculturale, trasformando per una settimana il Parco del Donatore di Gavedo di Mulazzo in un angolo del Continente Nero.
La manifestazione, con più di quaranta corsi e quasi trecentotrenta ore complessive di lezione, si colloca al vertice nazionale delle manifestazioni dedicate alla didattica e alla diffusione della cultura musicale africana.
Per una settimana corsi e laboratori per adulti e bambini, strutturati su diversi livelli, proporranno un approccio adatto ad un pubblico composto da appassionati e semplici curiosi. Danze, musica e canti del Mali, Guinea, Burkina Faso, Senegal, Costa D’Avorio, Congo, Marocco e Tunisia si presentano nelle loro forme tradizionali e moderne, del passato e del presente, con il loro carico di significati, energie e melodie, in grado di arrivare al cuore perché frutto di emozioni ancestrali. Completano il programma corsi base totalmente gratuiti, rivolti a tutti coloro che, per la prima volta, vogliono avvicinarsi alla conoscenza di una grande, complessa e stimolante tradizione artistica.
Per ulteriori informazioni: www.mamaafrica.it, mamameeting@gmail.com.
Sardegna: 1,2 milioni di euro per il Piano annuale immigrazione. Potenziamento degli sportelli informativi e della mediazione linguistico-culturale.
Interventi coordinati di carattere sociale, culturale ed economico per favorire l’integrazione dei cittadini extracomunitari in Sardegna. Sono gli obiettivi del Piano annuale per l’immigrazione 2011, approvato dalla Consulta regionale presieduta dall’assessore al Lavoro della Regione Sardegna Franco Manca. Dell’organismo, oltre all’assessore Manca, fanno parte le forze economiche e sociali e una rappresentanza del volontariato e delle varie comunità straniere presenti nell’Isola.
“Come per il 2010 – ha spiegato l’assessore Manca – anche per quest’anno le risorse finanziarie a disposizione ammontano a 1 milione 200mila euro, utili a migliorare ulteriormente l’integrazione delle diverse realtà extracomunitarie presenti nella nostra isola, che si conferma sempre più come una terra ospitale, multietnica e capace di garantire servizi primari, come quelli socio-sanitari e dell’istruzione”. Su proposta dell’assessore Manca, la Consulta ha stabilito che 1 milione di euro sia assegnato alle 8 Province, alle quali andranno una quota fissa di 20mila euro ciascuna più una quota variabile in relazione alla percentuale di immigrati nei vari territori.
Tra le priorità individuate, cui dovranno tendere le azioni programmate dalle amministrazioni provinciali, il potenziamento di sportelli informativi, il servizio specialistico di mediazione linguistico culturale, interventi di educazione, integrazione e accompagnamento socio-culturale di dimensione multietnica, rivolti in particolare alle donne e ai minori stranieri presenti in Sardegna. Gli altri 200mila euro, gestiti direttamente dalla Regione, sono destinati all’assegnazione di borse di studio a studenti extracomunitari nei diversi gradi di istruzione (60mila euro) e per progetti innovativi in favore degli extracomunitari presentati dalle associazioni che operano sul territorio.
Priolo: weekend tra accoglienza e integrazione in riva al mare proposto dal Comune
“Dopo aver reso il giusto omaggio a quanti hanno fatto grande Priolo Gargallo, specialmente nei giorni ormai epici dell’Autonomia Comunale, ci siamo resi conto di quanto fosse determinante il contributo che la storia della nostra cittadina ha ricevuto dal crogiolo di culture differenti che la compongono, facendone veramente un paese speciale”.
A parlare in questi termini sono il sindaco di Priolo Antonello Rizza e l’assessore alla Cultura Felice Pepe, che aggiungono:
“Priolo Gargallo è esploso demograficamente con l’industrializzazione degli anni ’50 e ’60, accogliendo lavoratori provenienti da ogni parte della Sicilia, in un tentativo incessante di integrare costoro con gli abitanti originari nel nucleo storico. Nel nostro viaggio alla riscoperta di una identità culturale di questa comunità, così eterogenea, abbiamo considerato questa contaminazione una ricchezza per il paese, che si esprime nelle tante forme che stanno sempre più emergendo; ormai, bisogna fare solo qualche piccolo passo per considerare compiuta l’integrazione.
Forse mancava un momento di sublimazione, attraverso cui affrancarsi definitivamente dalla differenza tra immigrati e “priulisi”, per muoversi finalmente verso un destino comune. La manifestazione “Priolo Gargallo, Paese dell’accoglienza, dalla immigrazione alla integrazione”, nasce da una idea condivisa con il Presidente del Consiglio comunale Orazio Valenti e vuole essere proprio questo: un simbolico riabbracciarsi con le comunità di origine, ma anche un definitivo battesimo per un nuovo soggetto sociale, i priolesi”.
La manifestazione è prevista per il prossimo weekend a Marina di Priolo Gargallo, dove tra sabato e domenica si alterneranno momenti di dibattito e spettacolo.
Santa Sofia, un aperitivo contro le discriminazioni
SANTA SOFIA – Partecipare ad una festa è il modo migliore per conoscersi: a partire da questa riflessione, l’ASP “San Vincenzo de’ Paoli”, il collaborazione con la Coop. Sociale ONLUS “Fare del Bene”, organizza un aperitivo per l’antidiscriminazione.
L’obiettivo della giornata, finanziata con fondi regionali destinati ad azioni di integrazione sociale a favore di cittadini stranieri immigrati, è quello di fare incontrare giovani di ogni età e provenienza con il mondo del volontariato e i rappresentanti degli enti locali. In particolare, i giovani sono il fulcro dell’incontro, perché proprio da loro può nascere una nuova cultura antidiscriminatoria e aperta alle diversità sociali, culturali, religiose e di genere. Per questo l’aperitivo si svolgerà a Camposonaldo, nei locali del Centro Estivo Diurno “Mille e una notte”: gli animatori e i piccoli partecipanti del Centro Estivo ospiteranno, per una serata, adulti e ragazzi di varie nazionalità, riuniti per conoscersi e per assaggiare pietanze provenienti da ogni parte del mondo.
Invitati speciali della serata saranno i 10 profughi provenienti da Bangladesh, Togo e Burkina Faso ospitati dal Comune di Santa Sofia. La serata sarà il modo per accogliere nella comunità santasofiese questi ragazzi, che per integrarsi al meglio stanno frequentando un corso di lingua italiana e lavorano come soci volontari presso la cooperativa “Fare del Bene”.
L’appuntamento aperto a tutta la popolazione è lunedì 11 luglio alle 17.30 presso il Centro Estivo in località Camposonaldo di Santa Sofia. Saranno presenti il Prefetto Angelo Trovato, un esponente della Provincia di Forlì-Cesena, la Protezione civile e il sindaco di Santa Sofia, Flavio Foietta.
“Un luogo comune”, un film sull’integrazione
Sarzana. Un bambino senegalese che elenca gli ingredienti del pesto, una donna del Turkmenistan che ha visto Sanremo. Integrazione e multiculturalità possono essere raggiunte e testimoniate anche attraverso un video. E’ quello che sarà dimostrato domani sera, alle 21.30 e ad ingresso gratuito, nel contesto del festival multiculturale “Sconfinando” a Sarzana, attraverso la proiezione del film documentario “Un luogo comune” di Toni e Diego Garbini.
Il film costituisce l’esito del primo segmento, dedicato alla provincia spezzina, di un progetto della Regione, che si offre come un esercizio di multiculturalità e di integrazione sociale e come un contributo ad una rinnovata idea di comunità.
Il progetto non è tanto un approfondimento delle problematiche legate all’immigrazione, quanto un esercizio di spostamento di sguardo su una realtà comune, il tentativo di osservare il mondo dalla prospettiva dell’altro, per riscoprire una terra che appartiene a tutti gli uomini. Il titolo del film “Un luogo comune” intende infatti rimarcare il senso letterale della espressione per sottolineare la prospettiva geografica del lavoro e rivendicare un’idea dell’immigrazione non come paura e come spauracchio mediatico, ma come condivisione di compiti e di responsabilità, nella prospettiva della costruzione di una nuova idea di comunità multiculturale.
Il film restituisce una visione multiforme della provincia, la sovrapposizione di storie individuali molto differenziate che compongono una rete complessa di esperienze umane diverse, ma accomunate da un comune spirito di speranza e di fiducia dell’uomo nelle proprie forze e nel rispetto degli altri esseri umani. Moltissime le comunità rappresentate, da quella dominicana a quella albanese, passando per Giappone, Cina, Turkmenistan, Moldavia, Bangladesh, Argentina e molte altre. La nostra terra appare come uno luogo di antiche origini, a questo proposito è risultata molto interessante la prospettiva offerta dallo scrittore Maurizio Maggiani, che ha consentito di osservare i contemporanei fenomeni migratori alla luce delle antiche vicende che hanno contrapposto i natii liguri apuani alla schiere colonizzatrici formate dalle legioni romane. Un luogo in cui è necessario impegnarsi per creare nuovi circuiti di sociabilità, per impedire l’erezione di confini materiali e simbolici che determinano l’esclusione e per stimolare la coesistenza della nuove componenti identitarie. “Un luogo comune” è un film per tutti, un film sui contemporanei fenomeni immigratori che stanno prendendo forma di fronte ai nostri occhi, in modo così repentino che non riusciamo ancora a decifrarne i contorni, anche se lo spirito con il quale il lavoro si è svolto è stato quello descritto da Laura Boldrini, portavoce dell’Alto Commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite in Italia, che appare durante il conferimento di un premio da parte della amministrazione del Comune di Castelnuovo Magra. Boldrini ribadisce infatti la necessità di rappresentare le questioni migratorie lasciando emergere i lati positivi ed umani, perché oggi troppo spesso queste questioni sono strumentalizzate per alimentare la paura e con la paura legittimare una restrizione dei diritti democratici e lo sviluppo positivo del nostro tessuto sociale.
Il progetto è realizzato grazie al contributo della Regione Liguria, settore sicurezza e qualità del lavoro, immigrazione emigrazione e del Comune di Sarzana, assessorato alla cultura e con il sostegno della Prefettura della Spezia, Sopraintendenza dei beni architettonici della Liguria, Comitato solidarietà immigrati, Comune della Spezia, Arcola, Castelnuovo Magra e Arci.
Ecco il trailer e alcuni assaggi di “Un luogo comune”
Il trailer veloce
Un bambino senegalese parla degli ingredienti del pesto
Un uomo marocchino parla dello sguardo maschile sulla donna
Una donna del Turkmenistan vedeva sanremo, lo scrittore Maurizio Maggiani parla dell’Italia di oggi