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USA: in California rette universitarie più basse per i figli dei clandestini.

Rette universitari più basse per gli studenti “clandestini”. È quanto contenuto nel Dream Act approvato dallo Stato della California.
La legge ratificata martedì scorso dal governatore Jerry Brown, entrerà in vigore il primo gennaio del 2012. Il provvedimento consente agli studenti senza documenti che hanno frequentato almeno tre anni di scuole superiori in California di pagare rette più vantaggiose se si iscriveranno a un’università pubblica. Si tratta in realtà di un aggiornamento di una legge precedente che non faceva specifico riferimento allo stato di immigrazione dello studente.
L’iniziativa, che riduce dell’80% le rette dei figli degli immigrati clandestini rispetto agli altri stranieri equiparandole a quelle dei colleghi californiani, ha l’obiettivo di promuovere l’educazione in una fascia di popolazione molto indigente.
Tra gli altri Stati che hanno adottato prevedimenti simili al Dream Act della California ci sono Illinois, Kansas, Maryland, Nebraska, New Mexico, New York, Oklahoma, Texas, Utah, Washington e Wisconsin. Altri 10 Stati hanno approvato provvedimenti che vietano l’abbassamento delle rette universitarie per gli studenti immigrati illegalmente negli Stati Uniti.

Pallavolo, judo, danza e tennis da tavolo: così il Coni di Livorno integra gli adolescenti di origine straniera.

Pallavolo, judo, danza e tennis da tavolo sono le discipline con cui il Coni di Livorno ha promosso il progetto di integrazione per i giovani di origine straniera nel popolare e multietnico quartiere di Ovosodo.
Si tratta della prima iniziativa del genere promossa da una sezione provinciale del comitato olimpico in collaborazione con le scuole del quartiere, in particolare l’istituto “Benci”.
Il progetto, nel corso dell’anno scolastico, ha coinvolto 210 studenti delle scuole elementari, 96 dei quali stranieri, con 64 di questi inseriti in 16 società sportive della città.
I bambini stranieri provengono da 21 Paesi, la gran parte di questi sono originari di Albania, Romania, Perù e Marocco. La scuola elementare Benci, nel quartiere popolare di Ovosodo, dove poco meno della metà degli alunni sono figli di immigrati di 34 nazionalità (il dato più alto in provincia) ha realizzato da tempo un laboratorio interculturale nel quale si confrontano bambini provenienti da Paesi stranieri che così imparano la pronuncia italiana e il lessico base degli oggetti del quotidiano.

CARITAS, RACCOLTA INDUMENTI USATI: CONTRIBUTO AI DOPOSCUOLA PER INTEGRAZIONE

Secondo il Dossier statistico Immigrazione Caritas/Migrantes gli studenti stranieri iscritti nelle scuole lombarde sono 164.036, il 12% della popolazione scolastica, una percentuale quasi doppia rispetto alle media nazionale. Alle elementari questa percentuale è ancora maggiore. Nella scuola primaria infatti quasi un bambino su tre è figlio di immigrati. Marocco (13,6%) Albania (12,1%), Romania (10,5%), India (5,1%), Ecuador (5,1%) i principali paesi di provenienza. Più della metà degli studenti stranieri è nata, tuttavia, in Italia. Questi numeri dicono che la scuola del futuro, soprattutto in Lombardia, o sarà multietnica o non sarà. Per questa ragione Caritas Ambrosiana ha scelto di destinare i proventi della raccolta degli indumenti usati che si svolgerà in tutta la diocesi sabato 14 maggio al sostegno di alcuni doposcuola parrocchiali che hanno sviluppato progetti di integrazione scolastica e di tutela dei minori di origine straniera. Nei prossimi giorni i progetti e le finalità della raccolta ribattezzata ?Nuovi italiani? saranno presentati nelle zone pastorali come da calendario allegato. Da una ricerca condotta da Caritas Ambrosiana risulta che in tutta la diocesi sono 267 i doposcuola parrocchiali, sono frequentati da 7mila ragazzi, per il 40% stranieri. «I doposcuola parrocchiali sono anche una palestra d?integrazione, dal momento che nonostante non siano e non vogliano essere un servizio scolastico integrativo per gli stranieri, sono di fatto frequentati da una quota consistente, che in alcuni contesti come Milano diventa maggioritaria, di stranieri: figli di immigrati che saranno gli italiani di domani solo se sapremo farli sentire a casa loro a cominciare naturalmente proprio dai banchi di scuola», commenta don Roberto Davanzo. «I doposcuola parrocchiali – aggiunge il direttore di Caritas Ambrosiana – sono anche un servizio che, benché si affidi in gran parte alla generosità dei volontari, va sostenuto e promosso anche economicamente. Per questo siamo lieti di potergli dare un contributo». La raccolta di indumenti usati 2011 è la 26ª edizione di un?iniziativa di solidarietà e di lotta allo spreco promossa in tutta la diocesi da Caritas Ambrosiana con la collaborazione della Pastorale giovanile e quest?anno anche con la Pastorale dei Migranti. Come ogni anno, l?organizzazione della raccolta è affidata alle comunità locali. Nelle parrocchie che aderiscono alla campagna vengono distribuiti i sacchi con i loghi di Caritas Ambrosiana. Secondo le modalità indicate da ogni parroco, i sacchi vengono riempiti con indumenti e scarpe usati e portati nei centri di raccolta, container generalmente posizionati in oratorio o in luoghi di proprietà della parrocchia. Sabato 14 maggio i volontari, organizzati in squadre, portano i container nei 30 punti di raccolta sparsi sul territorio della diocesi. A questo punto il materiale raccolto viene preso in carico da una società specializzata nel recupero e riciclaggio. Il ricavato torna alla Caritas che lo utilizza per finanziare progetti sociali. Nel 2010 hanno aderito 600 parrocchie (circa il 50% delle comunità della Diocesi di Milano) e tre mila volontari. Sono stati raccolti 700 mila chili di filato, il cui ricavato economico è stato destinato alle comunità di accoglienza per malati di Aids.

Gli studenti fanno gli immigrati per l’integrazione

FESTA DEI POPOLI.Coinvolti un migliaio di ragazzi delle superiori. I volontari di Asa hanno proposto un gioco di simulazione per capire come si sta nei panni di chi è considerato “diverso”.

«Dovendo scappare dalla Terra per rifugiarvi su un altro pianeta portereste nella navicella assieme a voi una donna incinta o un militante di colore? E se doveste emigrare, sareste pronti a salire di notte su una barchetta traballante ed affrontare il mare agitato?» Per quattro ore circa 1.000 studenti thienesi hanno “giocato” a fare gli emigrati, per capire come si sta ad essere considerati diversi.
Giochi di simulazione, visione di filmati, test di immedesimazione sono gli strumenti utilizzati dalla onlus ASA che, in sinergia con il Coordinamento Missionario Vicariale di Thiene, ha coinvolto una sessantina di classi degli istituti superiori cittadini nel progetto di educazione all’interculturalità “L’armonia delle differenze”. Scoprendo che i ragazzi, nonostante i retaggi culturali e gli atteggiamenti di diffidenza e chiusura tipici della loro età, sono molto più sensibili di quanto apparentemente diano a vedere. E che la presenza in classe di alunni stranieri è un valore aggiunto, che permette ai ragazzi “nostrani” una maggiore empatia.
«Abbiamo usato le dinamiche del racconto e della simulazione – spiega Silvana Carollo che, assieme a Catia Angelo, sta incontrando gli adolescenti di liceo Corradini, Ipsia Garbin, Itis Chilesotti e Ceccato in preparazione della Festa dei Popoli del 12 giugno – partendo dagli atteggiamenti comuni che di solito si hanno verso gli altri nella nostra società: i ragazzi hanno riproposto il comportamento di diffidenza che di solito si ha in treno nei confronti di un estraneo che viene a sedersi al proprio fianco. Anche il test del pianeta è stato interessante: i ragazzi hanno subito scelto la donna incinta, perchè è “apparentemente” una figura sicura, salvo poi scoprire che ha l’Aids, mentre hanno preferito non mettere in salvo l’uomo di colore, scoprendo poi che era un medico. Sono metodi coinvolgenti per far sperimentare ai ragazzi cosa significa essere trattati come uno stereotipo e come si vive con un pregiudizio. Devo ammettere che abbiamo trovato dei giovani davvero sensibili, molto malleabili, e classi in cui i ragazzi stranieri sono inseriti molto bene».

IL SEGRETARIO GENERALE DEL CONSIGLIO ECUMENICO DELLE CHIESE INCONTRA I MUSULMANI A TRIPOLI

TRIPOLI – “Chi è il mio vicino?”: questa domanda è stata il filo conduttore dell’intervento del reverendo Olav Fykse Tveit, segretario generale del World Council of Churches (Wcc) di Ginevra, sul tema del dialogo e della cooperazione tra cristiani e musulmani tenuto lunedì scorso, 10 gennaio, presso il campus della World Islamic Call Society (Wics) di Tripoli, in Libia. Davanti a un pubblico composto da docenti e studenti, il reverendo Olav Fykse Tveit ha spiegato perché chiedersi “chi è il mio vicino” è una domanda quanto mai attuale nel mondo d’oggi dove avvengono cambiamenti radicali a causa delle vaste migrazioni che portano gruppi etnici, con tradizioni tra loro molto diverse, a vivere fianco a fianco. Tveit ha sottolineato che “l’arrivo d’immigrati musulmani e cristiani nel mio Paese, la Norvegia, è stato uno degli eventi più significativi per la nostra società e ha provocato l’impegno di diverse organizzazioni religiose a dare il loro contributo per migliorare la convivenza”. Il segretario del Wcc ha quindi ricordato che, a causa delle nuove tecnologie di comunicazione, “noi tutti ci troviamo a vivere in un villaggio globale dove, sempre più spesso, bisogna chiedersi: “chi è il mio vicino?”. Tuttavia questo incremento delle relazioni, che rende evidente la nostra interdipendenza con chi vive intorno, ci induce a cambiare la prima domanda con quest’altra: “Che tipo di vicino sono io per gli altri?””.

continua su: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=4180

Cosenza: al via il progetto “Io e gli altri”.

Io e gli altri è il progetto rivolto a studenti stranieri promosso dal Comune di Cosenza che prenderà il via il prossimo 10 gennaio.
Realizzato dal Settore educazione, cultura e welfare del Comune e finanziato dal Dipartimento politiche sociali della Regione Calabria, il progetto si articolerà nella partecipazione degli alunni stranieri immigrati a laboratori teatrali, musicali e linguistici.
A dar vita all’iniziativa saranno l’Istituto Comprensivo Don Milani di via degli Stadi, il 7° circolo didattico di via Giulia e le scuole medie Giambattista Vico, Tommaso Campanella e Fausto Gullo. Accanto agli istituti scolastici saranno parte attiva del progetto anche l’Opera Nomadi, il Movimento per la Difesa del Cittadino, l’Associazione culturale Scena Verticale e l’Associazione di Musicoterapia Amusa.
Io e gli altri proseguirà fino ad aprile e sarà concluso da una rappresentazione teatrale in programma al Cinema Italia nella quale confluiranno le esperienze maturate dai ragazzi.

Da oggi fino a sabato prossimo la “Settimana contro la violenza” nelle scuole italiane.

Prende il via oggi, fino a sabato prossimo, 16 ottobre, la “Settimana contro la violenza” volta a sensibilizzare gli studenti italiani contro ogni forma di violenza e discriminazione.
L’iniziativa, alla sua seconda edizione, è promossa dai ministri per le Pari opportunità, Mara Carfagna, e dell’Istruzione Mariastella Gelmini. “Per sradicare ogni forma di discriminazione violenta, sia essa contro una donna, un anziano, un portatore di handicap, una persona con un orientamento sessuale differente, di diversa origine o credo religioso – afferma il ministro Carfagna – è necessario educare i nostri figli al rispetto, cominciare subito, a partire dall’età scolare. E così che con la collega Gelmini abbiamo pensato alla ‘Settimana contro la violenza”.
Finora sono circa 100 gli istituti che hanno aderito e che hanno organizzato attività di sensibilizzazione, informazione e formazione sulla prevenzione della violenza fisica e psicologica avvalendosi della collaborazione di Carabinieri, Polizia postale, associazioni come le Acli, Arcigay, Fish, Telefono Azzurro e Telefono Rosa.
Ma “molte altre adesioni seguiranno nei prossimi giorni” ha affermato il ministro Carfagna “Da Nord a Sud, in grossi centri come Roma, Milano, Bologna, in altre realtà piccole, ma ugualmente funestate da episodi di violenza o discriminazione nel corso dell’ultimo anno, come in provincia di Frosinone o Abbiategrasso, nel milanese”. Intanto da oggi, fino a domenica prossima, le reti Rai trasmetteranno uno spot che invita i ragazzi e i loro istituti ad aderire all’iniziativa.

Studenti stranieri: non occorre il visto per rientrare in Italia dopo un soggiorno di studio presso un ateneo dell’Ue.

La scorsa settimana il Ministero dell’interno ha emanato una circolare a tutela dei numerosi studenti stranieri che in base alla direttiva 2004/114/CE si trasferiscono temporaneamente in un altro Stato membro dell’Ue per integrare il corso di studio intrapreso in Italia, per poi ritornare nell’ateneo italiano di partenza.
Il problema era sorto a causa di una interpretazione restrittiva della direttiva da parte di alcune questure, secondo le quali non sarebbe stato possibile richiedere il rinnovo dell’originario permesso di soggiorno scaduto a seguito di trasferimento in altro ateneo dell’Ue se non previo rilascio di un nuovo visto d’ingresso.
La Direzione per l’immigrazione della PS ha invece opportunamente precisato che in base alla direttiva, volta a salvaguardare il diritto alla mobilità degli studenti, lo studente straniero che abbia intrapreso in Italia  un corso di studio che prevede lo svolgimento all’estero di parte di esso, potrà riprendere lo studio presso l’ateneo italiano senza dover richiedere un nuovo visto d’ingresso. Infatti, precisa la circolare, qualora l’originario permesso di soggiorno rilasciato dalla questura sia scaduto, oppure lo studente abbia interrotto il soggiorno in Italia oltre sei mesi, potrà chiederne il rinnovo allegando alla domanda: una certificazione dell’ateneo italiano attestante che la frequenza all’estero rientrava nel programma del corso di studio iniziale; copia del permesso di soggiorno rilasciato dallo Stato membro; una certificazione dell’ateneo europeo attestante  il regolare svolgimento del programma in quello Stato membro.

Scuola: tetto 30% di immigrati, Gelmini deroga in molte scuole

Tetto del 30% di studenti stranieri nelle prime classi della scuola primaria e secondaria. Una norma inserita nella riforma della scuola, voluta dal ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini, difficilmente applicabile all’Istituto Francesco Di Donato di Roma che ospita al suo interno una scuola materna ed una elementare, mentre all’esterno dell’edificio vive il cuore multietnico della Capitale. Zona Esquilino, la scuola si trova nelle vicinanze di quella Piazza Vittorio dove si concentra l’immigrazione a Roma. Infatti, anche nelle aule della Di Donato l’integrazione è totale, il 50% degli studenti è italiano, l’altra metà è straniero. Tetto del 30% impossibile da rispettare e quello della Di Donato non è l’unico caso. Così la Gelmini è stata costretta a concedere numerose deroghe in tutta Italia, ma il ministro continua a rivendicare come “necessario” il provvedimento che vuole evitare, secondo lei,  le classi-ghetto fatte solo da bambini stranieri. Alla Di Donato però non esiste alcun sentimento di emarginazione, semmai prevalgono le perplessità e le contestazioni per una riforma che, secondo il comitato dei genitori della scuola, è considerata assolutamente iniqua nei confronti dell’istruzione pubblica.

A Reggio la prima biblioteca degli scrittori migranti

Nasce nel 1997, con un finanziamento del CNR, la Banca dati degli Scrittori Immigrati in Lingua Italiana (BASILI). E’ l’unica banca dati online e si trova sul server del Dipartimento di Italianistica e spettacolo presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. La BASILI, sotto la guida del Responsabile scientifico Prof. Armando Gnisci, contiene più di 1300 schede bibliografiche, in continuo aggiornamento. Oggi, prima e unica in Italia, nasce a cura dell’Associazione Immigrati Senza Frontiere di Reggio Calabria, la Biblioteca “Migrant Writers”, presso la struttura di Reggio Calabria, in via Cardinale Portanova 119, dove sarà raccolta tutta la produzione letteraria di scrittori stranieri che vivono in Italia ed hanno scelto di esprimersi nella lingua del nostro Paese. Questa letteratura – dichiara il presidente dell’AISF ONLUS Giuseppe Tedesco – realizza l’incontro tra le varie culture dell’immigrazione della migrazione con la cultura italiana e, nello stesso tempo, l’incontro tra le varie culture dell’immigrazione in Italia tra di loro. La letteratura migrante e la letteratura d’immigrazione, prosegue Tedesco, sono forse due facce dello stesso foglio, la parola si plasma dell’incontro tra culture diverse. L’italiano si va costituendo come lingua interetnica che permette anche a migranti di lingue diverse di comunicare tra loro e non solo nella pratica comunicativa quotidiana. La costituzione della Biblioteca, prima nel suo genere, vuole essere uno strumento per la circolazione della letteratura degli immigrati, in una città aperta alla cultura interetnica e dove ha sede l’Università per Stranieri “Dante Alighieri”. Le opere sono disponibili per la consultazione a tutti i cittadini, studenti e immigrati. La provincia di Reggio Calabria ha finanziato la prima parte del progetto grazie all’Assessore all’Associazionismo e Volontariato, Dott. Michele Tripodi, che ha creduto e sostenuto il progetto con la sensibilità culturale che lo contraddistingue. Dopo la prima fase di avvio del progetto, l’associazione auspica che vi sia il coinvolgimento degli amministratori locali, certamente sensibili ai temi trattati, oltre che il sostegno al Progetto stesso, sicuramente una nota positiva per la Città e per la provincia di Reggio Calabria. Non si può inoltre prescindere da un interesse da parte dell’Università “Dante Alighieri” e, in particolare, si chiede pubblicamente il contributo culturale del Rettore e della sua sapiente esperienza. Per maggiori informazioni visitare il sito dell’Associazione http://www.aisfonlus.it